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Posts Tagged ‘colore’

E4300 – 8mm, 1/120 sec f/7.6, ISO 100

In Norvegia (sebbene il cibo sia appena commestibile) non e’ difficile trovarsi di fronte a paesaggi fiabeschi, magnifiche rappresentazioni di un immaginario naturale che ci riportano ad antichi miti, a suggestioni quasi Tolkeniane.

Questo fiordo non e’ neanche famoso. Si trovava semplicemente a lato della strada ed e’ stato fotografato con la mia prima macchina digitale, una Nikon Coolpix 4300 [in jpeg! il solo pensiero ora mi fa tenerezza]. La poverina e’ ancora funzionante e dimostra, nonostante la sua veneranda eta’, di essere in grado di catturare immagini interessanti (concesso di avere un’illuminazione ottimale, di non curarsi delle distorsioni geometriche, etc…)

Fiera bellezza, l’anima abbandonata brama la sua liberta’.

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Scelte

D70 – 70mm, 1/90 sec f/4.0, ISO 200

Non mi stanchero’ mai di fotografare sassi, in particolare i ciotoli che adornano le nostre risicate spiaggie liguri. I sassi compaiono in moltissimi scatti e in tutte le salse e mi danno un senso di pace. Questa immagine, lievemente ritoccata per esaltare il colore perche’ ripresa in una giornata grigissima, ricorre spesso come desktop del mio computer.

Ciotoli, che giacciono senza far nulla su una spiaggia solitaria.

Se dite che sono grandi, siete in errore.

Se dite che sono piccoli, state sbagliando.

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A volte

DSC_1392-EditD70 – 70mm, 1/320 sec f/6.3, ISO 200

Negativo di un’immagine a colori. Ritrae un muretto a secco dal quale esce un rivolo d’acqua. Il negativo lascia abbastanza perplessi perché non é immediatamente intuibile e questo fa apparire la foto astratta. A parte la resa in negativo, non ci sono stati altri trattamenti.
L’immagine mi fa pensare che a volte non siamo certi di quello che pensiamo o sentiamo; e  mentre medito su questo, mi rendo conto che a volte preferiamo essere ciechi alla veritá. I sentimenti ed i sensi, spesso, sono filtri che ci fanno vedere ciò che desideriamo nascondendoci il resto.
Questo potere ci tenta spesso ma é terribile. Ci attrae come un insetto viene attratto dalla luce. Nel suo volo verso la morte non distingue piú il piacere dal dolore.

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3250-3251D70 – 24mm, 3 sec f/16, ISO 200

Foto composta da diversi scatti, su cavalletto, tutti con le medesime impostazioni. In seguito le immagini sono state fuse ed uniformate tra di loro. Ritrae una cascata nei pressi dell’Aquila, un posto magico e verdissimo. Vi sono alcuni errori in questa fotografia, sia nella fusione delle immagini originali che nella distribuzione della luminositá. In particolare, l’acqua risulta bruciata.

Nel post originale l’immagine ha come accompagnamento uno scritto di una lettrice di thedustylens, la quale ha scritto quelle parole ispirandosi alla foto.

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_dsc8962-editD70 – 105mm, 6,0 sec f/13, ISO 200

Macro di petali di gerbera, luce naturale e cavalletto. Visto che il soggetto era fermo ho optato per una apertura abbastanza chiusa per rendere l’immagine molto nitida. Nulla di tecnicamente difficile in questa foto, salvo un leggero post processing sull’istogramma per  far risaltare la texture dei petali, ed un taglio nella parte superiore per escludere dettagli non pertinenti. Secondo me, il nocciolo di questa foto sta nella dicotomia tra l’idea di delicatezza dei petali e la forza espressa dalle loro nervature.

Questo insieme di caratteristiche mi ha fatto ricordare il seme. Giallo dorato, timido, chiuso, rigido e fragile insieme, nascosto ai miei occhi, cercato invano, baciato dalla terra di nascosto, dove sbocciano fiori immaginari.

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dsc_2607D70 – 80mm, 1/3 sec f/5.6, ISO 200

Questi due fiori sono stati fotografati singolarmente su un cartoncino grigio con luce ambiente molto diffusa e con l’aiuto del cavalletto. Successivamente le immagini sono state fuse equalizzando i livelli di luminositá e colore. I fiori sono stati mantenuti di proposito relativamente distanti lasciando che l’attenzione venga disturbata dalla sensazione di vuoto tra i due, che ovviamente rimangono i centri di fuoco dell’immagine. I due fiori vorrebbero rappresentare il maschile ed il femminile, separati da una distanza fisica ma uniti dal  legame digitale, il cui simbolo é il grigio intermedio.

Conoscersi senza vedersi, sentire senza toccare, il mio pensiero ti veste di grazia e cosí vivi dentro di me.

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Sogno in verde

dream-in-greenD300 – 62 mm, 1/200 sec f/2.8m ISO 200

Questa immagine fa parte di una serie di foto il cui tema é il colore. E’ stata realizzata fotografando la luce di una candela su un foglio di carta verde retroilluminato (appoggiandolo al vetro della finestra). La sfocatura estrema é stata fatta ad arte per rendere la fiamma poco riconoscibile e farne una macchia di colore. Sono stati fatti 2 scatti con diversa sfocatura che poi ho unito in postprocessing rendendo la sensazione di un libro con le pagine rovesciate. Mi sono servito di questi espedienti per sottolineare il sogno, come immagine indistinta ma vivida, ed a volte anche contro la logica. Anche se la messa a fuoco non lo rendeva necessario, ho usato la massima apertura dell’obiettivo per sfruttare ulteriormente la morbidezza dell’immagine.

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_dsc8391D70 – 70 mm, 1.5 sec f/6.7, ISO 200

Scatto relativamente lungo su una foglia. La particolaritá sta nella retro illuminazione fatta con un flash comandato a distanza (SB-600) schermato da un foglio di carta bianca (usato come diffusore). La retroilluminazione dona un aspetto brillante ed intenso al colore, aspetto che é stato reso ancora piú evidente dal filtro flou. Infine, il taglio molto orizzontale ed in linea con le naturali nervature della foglia suggerisce un flusso, un movimento.

Trovo che questa immagine abbia un che di ipnotico. Sembra che la mente voglia immergersi in un fiume di verde.

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_d3c47531D300 – 12 mm, 15 sec f/4.0, ISO 200

Paesaggio notturno nei pressi del passo del Mortirolo. Lungo tempo di esposizione e ovvio ricorso al cavalletto. Il diaframma è aperto al massimo per raccogliere la maggiore quantità di luce. Anche se questo accorgimento provoca in teoria un’immagine più soft, le caratteristiche del paesaggio (ovvero tutti i soggetti molto distanti e già poco definiti a causa della luce scarsa) ed il lungo tempo di esposizione (che registra comunque la leggera rotazione della volta celeste) renderebbero vano il ricorso ad un diaframma più chiuso cercando di ottenere un’immagine più nitida. Gli ISO invece sono lasciati bassi per evitare il rumore eccessivo, che è particolarmente evidente su tempi di scatto lunghi. Anche questa immagine è stata ispirata dal recente terremoto, ed in particolare dallenotti passate in tenda dagli sfollati.

Sotto una luna silenziosa, aspetto. In piedi, irrequieto, attendo che il silenzio sciolga il gelo dell’anima.

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